L’importanza della cooperazione agricola alle soglie del terzo millennio
Riflessioni sulla cooperazione da parte del Presidente de “Le Romagnole Soc. Coop.va a r.l.”
Sempre più spesso, negli ultimi mesi, nelle poche occasioni di pubbliche assemblee e/o convegni, mi è capitato di fermarmi a parlare con giovani produttori agricoli (30/40 anni) sulle motivazioni e dell’importanza dello stare in cooperazione, motivazioni che mi pare di cogliere siano meno sentite in generale nelle giovani generazioni rispetto a quelle più anziane, che hanno vissuto esperienze diverse.
Nonostante io non abbia ancora 50 anni, vivo il mondo associativo e produttivo della cooperazione da oltre 25 anni, da quando mi sono affacciato al mondo del lavoro dopo essermi diplomato.
Mio padre conduceva una media azienda agricola che produceva e produce tuttora frutta, uva e cereali ed, all’epoca, dopo un tentativo iniziale di commercializzare direttamente con i privati le proprie produzioni, fu fatta la scelta di conferire tutta la produzione alle Cooperative locali.
“Quali furono le motivazioni che a metà degli anni settanta portarono me e mio padre a scegliere la cooperazione agricola “ ?
Prima di rispondere a questa domanda, che io mi sono posto tanti anni fa, ma che è d’attualità anche oggi, voglio portarVi a conoscenza di un’esperienza della primavera del 2000 che ho vissuto come Presidente de “Le Romagnole Soc. Coop.va a r.l.”.
A Maggio/Giugno del 2000 fui contattato telefonicamente da un gruppo di produttori viticoli del Lazio (zona di Latina) e dopo pochi giorni, dopo averne discusso all’interno del Gruppo, accompagnato dal Sig. Liverani Pierino – Presidente della Co.p.a. Soc. Coop.va a r.l. di Faenza (RA), mi sono recato nel Lazio per verificare la possibilità di riportare l’intervento della cooperazione in quella zona su richiesta dei produttori locali.
La situazione esistente in quelle zone era data da una realtà organizzativa di un paio di Cantine Sociali che hanno chiuso a metà degli anni novanta per errori di strategie aziendali ed in un tessuto di soci che vedevano nella Cantina Sociale solo uno dei vari strumenti necessari a commercializzare le proprie produzioni, non valutando invece anche l’importanza di equilibrio e garanzia di produzione e di remunerazione che le Cantine Sociali rappresentavano per tutti i viticoltori locali, non solo quelli associati alle Cooperative.
La realtà attuale è che da allora il mercato dell’uva è controllato da alcuni commercianti che si dividono il prodotto imponendo prezzi (tipologie di uve bianche simili al nostro Trebbiano) di circa il 20% in meno di quelli praticati dalle Cantine nelle nostre zone di pianura.
Quindi, per rispondere alla domanda: “perché ho scelto la cooperazione” perché essa offriva ed offre stabilità, certezza del ritiro delle produzioni e valorizzazione economica delle medesime.
Oggi ancor più di ieri, la cooperazione deve saper rispondere a queste necessità, ma anzi deve proporsi ed essere in grado, sotto l’aspetto imprenditoriale, di accompagnare i cambiamenti che sono in corso e che vi saranno nel prossimo decennio in agricoltura e quindi nella viticoltura delle nostre zone di pianura, assistendo tecnicamente i soci nelle riconversioni degli impianti (sia nell’innovazione che nella tipologia) valorizzando al meglio le qualità e le capacità dei soci produttori agricoli, sapendo cogliere per tempo le loro necessità, i loro bisogni e perché no anche le loro intuizioni, procedendo con un costante aggiornamento ed innovazione tecnologica nelle Cantine ed una efficace e diversificata politica commerciale che sappia valorizzare sia il mercato dello sfuso, ma anche ed in particolar modo il mercato del confezionato attraverso il Gruppo Ce.vi.co., il Gruppo Coltiva e la Due Tigli S.r.l., proprietaria dei marchi “Galassi” e “Ronco” acquistata dal Ce.vi.co. S.c. a r.l. verso la fine del 2000.
Sotto l’aspetto sociale occorre che i soci si propongano maggiormente attraverso gli strumenti in loro possesso (assemblee, consigli) nella partecipazione alla definizione delle scelte, degli obiettivi, delle strategie e nell’assunzione delle decisioni.
Le Romagnole Soc. Coop.va a r.l.
IL PRESIDENTE
(Frulli Carlo)